domenica 15 agosto 2010

LA VERGINE ODIGITRIA









Il culto della Vergine Odigitria è di matrice vicino orientale, per questo San Nilo,nascendo nella Calabria bizantina del X secolo, acquisì nel suo bagaglio culturale, spirituale e monastico questo antichissimo culto mariano. Nelle sue peregrinazioni portò sempre con sé l'attaccamento fedele e devoto per questa particolare denominazione della Vergine: il termine Odigitria deriva dal greco
ODOS, "cammino", la Vergine Odigitria è quindi colei che guida a Cristo. E allo stesso modo Maria guidò San Nilo nei suoi numerosi spostamenti, e in qualsiasi luogo si fermasse egli rinvigoriva lo spirito dei suoi monaci e il suo rapporto con Dio proprio per intercessione della sua tanto amata Vergine Odigitria. Anche a Gaeta quindi, sul litorale di Serapo, San Nilo e i suoi monaci, per dieci anni rivolsero a lei le loro preghiere. E se oggi la Parrocchia di San Nilo conferisce importanza all'Odigitria, non lo fa per creare un culto ex novo, ma per rispolverare una scintilla di spiritualità mariana presente sul nostro territorio a cavallo fra X e XI secolo. Il culto per l'Odigitria portato a Gaeta da Nilo non ha lasciato testimonianze monumentali: e noi oggi siamo lieti quindi di riproporre questo culto millenario alla città di Gaeta, definita da Giovanni Paolo II città di Maria.
Quella città la cui Cattedrale è intitolata alla Vergine Assunta, quella città devotamente legata a Maria SS. di Porto Salvo, quella città da cui nacque il dogma dell'Immacolata Concezione, è la stessa città che fra il 994 e il 1004 accolse un manipolo di monaci italo-greci che rivolgeva le sue preghiere alla stessa potente Vergine Maria nella veste illuminante e consolante di Odigitria.




La statua dell'Odigitria della Parrocchia di S. Nilo è stata realizzata in un blocco unico di legno di tiglio e dipinta a mano dagli artigiani Demetz di Ortisei. E' rappresentata nel gesto dell'indicare Gesù Bambino dal volto adulto prefigurazione del Pantocratore. In realtà noi ci rivolgiamo erroneamente alla Madonna in quanto tale. Essa in questa veste è TRAMITE verso il vero soggetto della rappresentazione: Gesù.






I SIMBOLI DELL'ODIGITRIA


Il nome e il gesto della mano destra:
Odigitria, dal greco  "οδήγηση" o "οδηγός"
tradotto letteralmente "guida"
nell'accezione di "colei che guida verso", dunque nel gesto di "colei che indica Gesù"










La mano sinistra:



regge il Bambino, il Verbo incarnato, perchè Maria è trono della sapienza





Il vestito:
la tunica azzurra non indica relazione col cielo nel suo senso comune, quanto la natura umana. Maria era una donna con un dono speciale, divino. La sua umanità viene "coperta", rivestita di regalità dal maphorion rosso bordato e foderato di oro quale segno di eternità.


La straordinaria quanto unica condizione di Virgo e Theotokos è rappresentata da 3 stelle dorate (di tradizione iconografica siriana) sul capo e sulle spalle, quale segno di verginità perenne, prima, durante e dopo il parto.






Il Bimbo Signore dell'Universo:
Nel volto adulto del Bambino leggiamo "colui che verrà"




L'abito:
 la veste blu-verde segno di umanità, coperta dalla toga dorata regale e divina, è già il Trinitario, lo dice il nimbo crociato che prefigura anche il suo destino di uomo




La benedizione:
è raffigurata secondo il canone trinitario occidentale delle tre dita



Il rotolo:
La parola di Dio, il giudizio finale, le parole che ancora non conosciamo e che diventano libro nel Pantocratore adulto 




tutto questo è raccolto nella semplicità delle forme e dei colori...