giovedì 30 settembre 2010

2010 ANNO GIUBILARE DI SAN NILO ABATE



A pochi anni dal millenario della morte di San Nilo Abate (1004-2004), Gaeta ricorda ancora una volta la memoria del Santo basiliano in occasione dei 1100 anni dalla nascita, avvenuta nel 910 a Rossano, in Calabria. A cavallo tra il X e l'XI secolo, Nilo, nato Nicola, dava inizio ad un cammino spirituale personale che andò incontro alle esigenze storiche del momento. Quel suo cammino, l' οδός, ha attraversato i meandri più cupi e travagliati della sua storia individuale e della storia del mondo che gli girava attorno. La peregrinatio niliana, così come abbiamo ritenuto doverla battezzare, è diventata un tassello fondamentale sia per la storia del Ducato di Gaeta che per quella imperiale del Sacro Romano Impero d'Occidente nelle mani di Ottone III.
   Gli studi compiuti negli ultimi due anni, proprio rivolti ad una riscoperta alle radici della figura di Nilo, ci hanno condotti a seguirne passo passo i movimenti, accompagnati anche da tre eletti discepoli: San Bartolomeo Iuniore, autore della biografia di Nilo sulla quale gli studi si sono basati; Santo Stefano di Rossano, prediletto discepolo deceduto proprio sul suolo di Serapo di Gaeta ed ivi sepolto; San Paolo Egumeno, successore di Nilo alla Badia di Grottaferrata da loro fondata nell'ultima tappa di un viaggio lungo una vita, quella di Nilo, morto a 94 anni.
   In quel di Serapo, spiaggia di Gaeta, si è concentrato lo studio che vedrà la luce nel settembre 2010 con un volume dedicato alla vita di Nilo nel Ducato, o meglio alle porte di esso. Serapo è considerata da sempre il quartiere nuovo di Gaeta. Errore. Esso è antico tanto quanto le mura castrensi e il Borgo. Non erano solo sabbie, ma anche terre coltivate da famuli dei signori ducali e da piccoli proprietari terrieri, tanto che il numero di abitanti viene considerato nel Codice Diplomatico Gaetano come la civitas in parte Serape, la cittadinanza di Serapo.

Le celebrazioni giubilari hanno preso il via nel mese di marzo 2010 con il Decreto Vescovile emesso da S.E. Fabio Bernardo D'Onorio, Arcivescovo di Gaeta



   Fra le attività promosse dalla parrocchia, va ricordato il lodevole lavoro degli studenti delle scuole medie inferiori del Comune di Gaeta, la ‘Principe Amedeo’, di cui è preside la dott.ssa Mariangela Rispoli, e la ‘Giosuè Carducci’, di cui è preside la dott.ssa Maria Francesca Maggio. Focalizzando l’attenzione sulla figura di San Nilo, gli studenti hanno altresì instaurato un fruttuoso gemellaggio con i loro coetanei del Comune di Sant’Elia Fiumerapido, nella cui frazione di Valleluce sostò San Nilo per circa quindici anni (980-994). A coronamento di questa collaborazione interscolastica ed intercomunale, i ragazzi di Gaeta hanno visitato Sant’Elia Fiumerapido e allo stesso modo è stata ricambiata la visita a Gaeta, sotto il patrocinio del Lions Club, diretto, nel biennio 2009-2010, dalla dott.ssa Maria Teresa Di Cicco.
   Sulla medesima scia di iniziative pre-giubilari, la parrocchia ha istituito un ‘Comitato promotore del Giubileo di San Nilo’, un ‘Comitato scientifico-culturale’ per la realizzazione della presente opera ed un ‘Comitato d’onore’ che pure omaggerà l’evento in occasione del fitto calendario di settembre.

30 SETTEMBRE CONCLUSIONE DEL GIUBILEO

30 settembre 2010, oggi si è concluso il mese dei festeggiamenti giubilari in onore di San Nilo. I fedeli della parrocchia sono stati accompagnati nel romantico scenario del Club Gneo Fonteo a ridosso della spiaggia che Nilo vedeva ogni giorno dal luogo scelto per trascorrere gli ultimi anni della vita. Ieri si sono spente le luci della festa, non la lampada del messaggio di Nilo. Durante la celebrazione, il Rev.mo Don Giuseppe Sparagna ha avuto dedicare ai presenti le parole del cuore, quelle che non si preparano per le occasioni. Ieri una voce tra il frusciare degli alberi e il sussurrare delle onde, ha sussurrato a tutti il messaggio di Nilo: la santità unisce, non divide. Lo sentiamo durante la S. Messa: " tutti i santi che in ogni tempo ti furono graditi". Cosa vuol dire? Vuol dire quello che non tutti comprendono. San Nilo, Nilo, come uomo prima che come santo, faceva dell'unità dei popoli e delle religioni il suo credo. Nilo insegna a vivere CON gli altri, non CONTRO gli altri. I festeggiamenti di questo mese erano la forma che noi, oggi, nel 2010, possiamo usare per dire a tutti che siamo tutti uniti, che siamo comunità parrocchiale, che abbiamo cucinato, cucito, sparato botti, pregato tutti insieme, non ognuno per sé. San Nilo non è patrono di Gaeta, ma questo ci impedisce di pensare che ci protegga lo stesso? San Nilo non è un santo della spiaggia, degli ombrelloni. San Nilo, San Cosma, San Damiano, Sant'Erasmo, San Marciano e la nonna di tutti San'Anna, non hanno confini territoriali, quelli sono imposti dall'uomo. La devozione non ha limiti stradali. Non ha limiti storici. Nilo è stato a Gaeta, perchè cancellare questa parentesi che nessuno ha mai considerato? 



Benedizione della marina di Fontania e Serapo


Testo del transito di San Nilo (clik sulla foto per ingrandire)




Ci piace immaginare che ieri sera, dopo aver distribuito il pane simbolico, la luce simbolica del transito di Nilo, Nilo stesso, seduto su una nuvoletta in luogo che non ha terra tangibile, abbia visto come ci siamo ricordati di lui. Chiusa la porta, chiuso il cancello, due giovani gli si avvicinano, sorridono, uno ha l'aria un pò birichina, è il più giovane, si chiama Damiano. L'altro ha un sorriso maturo, l'aria solenne, si chiama Cosma. Cosma tende la mano a Nilo, lo aiuta ad alzarsi. Damiano lo tiene a braccetto mostrando tutto il suo sorriso baldanzoso.
"Andiamo Nilo... c'è una luce più accesa che ci chiama"
Due vescovi vestiti di sole sono già sul primo gradino di nuvola bianca, il cielo è bianco, loro stessi sono bianchi. Erasmo e Marciano precedono verso la fiamma che accende la speranza degli uomini...


(tutte le foto nelle slides a fine pagina)

domenica 26 settembre 2010

SULLE ORME DI SAN NILO

Nel giorno della dedicazione della chiesa parrocchiale di San Nilo in Gaeta e nel giorno della memoria martiriale dei SS. Medici Cosma e Damiano, una delegazione di fedeli si è recata a Rossano (CS) per onorare il luogo da cui ebbe origine la peregrinatio di Nilo, monaco e santo

L’XI centenario della nascita di san Nilo: occasione di arricchimento spirituale, culturale e soprattutto occasione di unità fra diverse comunità parrocchiali, Gaeta e Rossano unite nella venerazione per il medesimo vessilo di santità. Nelle scorse giornate del 25 e del 26 settembre 2010, una delegazione diocesana e comunale di Gaeta ha partecipato alle celebrazioni in onore di san Nilo Abate nella città in cui nacque l’illustre monaco, Rossano.
   L’Arcivescovo di Gaeta, S. E. Rev.ma Mons. Fabio Bernardo D’Onorio, il Rev.mo parroco Don Antonio Cairo e il diacono della parrocchia Vittorio Lauria, accompagnati da folta delegazione di fedeli, hanno vissuto due giorni di intensa spiritualità nei luoghi che videro nascere e crescere il giovane Nilo.
   La solenne eucaristia è stata presieduta da Mons. D’Onorio nella sera del 25 settembre nella cattedrale di Rossano: il nostro pastore, durante l’omelia, ha ricordato la costante predisposizione di san Nilo all’alternanza della vita contemplativa alla vita socialmente impegnata. Nilo cercò sempre di affiancare il suo bisogno di ascesi e di solitudine alla vita cenobitica e all’amore per i fratelli, poiché, ci ha ricordato D’Onorio, “unus christianus nullus christianus”: si è davvero cristiani solo se inseriti in una comunità all’interno della quale crescere spiritualmente e donarsi al prossimo. È proprio questo il messaggio del santo monaco Nilo, costantemente impegnato in favore della crescita spirituale delle comunità toccate dalla sua movimentata peregrinatio
   Nella mattina del 26 settembre invece l’eucaristia è stata presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Antonio Lucibello, Nunzio Apostolico di Sua Santità in Turchia. Mons. Lucibello ha ricordato l’importanza della terra turca e mediorientale per il popolo cristiano, in Turchia e in Medioriente il cristianesimo ebbe a svilupparsi in maniera preponderante: terre nelle quali trovarono slancio e linfa favorevole le prime comunità cristiane, i viaggi dell’Apostolo Paolo, le rinomate sette Chiese e lo stesso monachesimo patristico che sarà faro luminoso per il monachesimo italo-greco. La testimonianza di Mons. Lucibello ha quindi sottolineato il carattere profeticamente ecumenico di san Nilo: ecco la straordinarietà di questo santo, egli percepì il pericolo della divisione e della spaccatura fra cristiani prima ancora che avvenisse il vero e proprio scisma. La presenza a Rossano del Nunzio Apostolico in Turchia ha allora aperto gli occhi sul valore che oggi può assumere il messaggio fraterno di Nilo: alla santità di questo monaco, ricercatore dell’unità fra i popoli, dovrebbe guardare ognuno di noi per favorire una comunicazione ancor più piacevole con il mondo ortodosso, protestante, ebraico e musulmano.
   Il vicario alla cultura dell’Arcidiocesi di Rossano, il Rev.mo Mons. Francesco Milito, ha ricordato quindi che, di fronte a tali iniziative, è bello sapere che Rossano e Gaeta, pur se lontane topograficamente, si sentono vicine nella venerazione per il medesimo Santo Monaco Nilo, motivo di unità. E a dimostrazione di tale sentimento di fratellanza, la comunità parrocchiale gaetana ha reso omaggio al simulacro ligneo di san Nilo di Rossano con il medesimo gioiello che attualmente adorna la statua di Gaeta.
   Ma come tutte le antiche tradizioni devozionali, il momento più atteso e partecipato delle giornate rossanesi è stato quello della processione: dalla Cattedrale, dedicata a Maria SS. Achiropita, alla parrocchia di San Nilo, attraverso un susseguirsi di stradine e vicoli storici, decine di rossanesi hanno visto passare come tutti gli anni il loro amato santo patrono, e lo hanno eletto ancora una volta quale loro indefettibile intercessore presso Dio.
   Un altro aspetto va preso in considerazione: al fianco di un santo come Nilo, attivamente impegnato nella vita politica per la risoluzione delle più tormentose piaghe sociali del suo tempo, non potevano mancare le autorità civili. Il sindaco di Rossano, il prof. Francesco Filareto, ha accolto la delegazione del Comune di Gaeta nella persona dell vicepresidente del Consiglio del Comune di Gaeta Marzio Padovani e del consigliere Rosario Cienzo. Filareto, Padovani e Cienzo hanno partecipato attivamente a tutte le celebrazioni e iniziative previste nelle due intense giornate di festeggiamenti, dimostrando che le festività legate alla memoria dei santi coinvolgono positivamente anche il mondo laico e civile.
   L’XI centenario della nascita di san Nilo è stato dunque degnamente ricordato anche nella città natale del santo, e per la delegazione di Gaeta la visita nella città calabrese è stata soprattutto occasione per scoprire le origini della santità: visitare la città dove Nilo è nato ed è cresciuto significa indagare sull’ambiente che ha reso possibile che un semplice monaco divenisse fiaccola viva e profetica della carità di Dio. Al centro di tutto l’icona antichissima di Maria SS. Achiropita, custodita nella Cattedrale di Rossano, al cospetto della quale Nilo sostò in preghiera più volte. Egli si affidò costantemente alla protezione della sua Achiropita, della sua Odigitria, la quale lo guidò lungo un cammino che da Rossano lo condusse nella nostra Gaeta. Un cammino lungo e faticoso fatto di fede, di preghiera, di santità operosa e militante: da Rossano a Valleluce, da Gaeta a Grottaferrata, il cammino di Nilo ha toccato molte località centro-meridionali, lasciando in esse la testimonianza più autentica e sincera del Vangelo di Cristo. Tutte queste località, diverse per tradizioni e per storia, sono accomunate da un'unica intensa devozione, quella per san Nilo, colui che, scrive D’Onorio, insegna “l’amore alla Parola del Signore, alla preghiera e alla testimonianza della carità”.

       
                                                                                                     Giuseppe Montagna










In comunione con Grottaferrata e Rossano, anche Gaeta si unisce alle invocazioni a Maria SS. col titolo di Odigitria. Come è stato specificato nel volume "San Nilo Abate. Civis Cajetanus" questo particolare titolo (colei che indica) non è stato un vezzo o un'invenzione, quanto un ricordo storico che unisce per l'appunto l'Achiropita di Rossano alla Theotokos di Grottaferrata, passando per Gaeta nel tragitto che Nilo percorse supportato dalla fede verso Maria, colei che concretamente gli ha indicato la via, quella terrena e dello spirito.

Affresco dell'Achiropita di Rossano




(clikka la foto per ingrandire)

giovedì 16 settembre 2010

Il saluto dell’Arcivescovo Mons. Fabio Bernardo D’Onorio


     Carissimi,
     la ricorrenza dell’XI centenario della nascita di San Nilo ha offerto felice occasione per approfondire la vita e l’opera del grande Santo, ponte tra l’Oriente e l’Occidente cristiano.

     Nello stesso tempo ha fatto scoprire la formidabile incidenza dell’opera del Santo nella vita ecclesiale e cittadina di Gaeta durante la sua decennale presenza sulla riviera di Serapo; si che a buon diritto egli può essere considerato e chiamato “civis cajetanus”, cittadino gaetano.

     Giustamente sollecitati da queste considerazioni, ecco che Arcidiocesi, Parrocchia di San Nilo e Santo Stefano, Autorità civili si sono lodevolmente impegnate per l’organizzazione di varie manifestazioni di carattere culturale, storico e artistico che ci faranno maggiormente conoscere e così avvicinare al nostro Patrono.

     Da Parte mia ogni compiacimento e ringraziamento al parroco Don Antonio Cairo e ai suoi validi collaboratori per quanto stanno programmando e organizzando in onore del Patrono; nello stesso tempo ogni augurio perché tutte le manifestazioni religiose, culturali e ricreative abbiano felice successo, sia come onore alle insigni Personalità che converranno da noi che come ulteriore prova dell’ospitalità che la Città di Gaeta sa sempre offrire da secoli.

     Le varie feste giubilari in onore di San Nilo, che vedranno stipulazioni di solenni gemellaggi tra città, facciano si che, con gli occhi del cuore, noi tutti possiamo guardare al nostro Patrono per imitarne virtù ed esempi.

     Per tutti valga l’esortazione del salmo: “Guardate a lui e sarete raggianti”; valga per la nostra Chiesa impegnata nel cammino di rinnovamento del Sinodo Diocesano; valga per le Istituzioni della nostra Città; valga per le nostre famiglie e, soprattutto, valga per i nostri giovani sempre alla ricerca del vero, del bello e del giusto.

     “Guardate a lui e sarete raggianti”!
     Sia augurio, sia promessa!



    Gaeta 1 agosto 2010

                                                                                     + Fabio Bernardo
                                                                                        Arcivescovo

16 settembre 2010 solennità di San Nilo Abate

I motociclisti del Roby Tour sono sempre presenti in amicizia. Li ringraziamo per la "sentita" (acustica e amichevole) presenza durante il tragitto di trasporto di S. Nilo presso la Parrocchia di San Paolo per la celebrazione ecumenica della sera.

Consegna dei riconoscimenti dell'Aministrazione alle autorità di Rossano e Valleluce
Convegno storico teologico ecumenico
Celebrazione Ecumenica

mercoledì 15 settembre 2010

VIGILIA DELLA FESTIVITA'

L'arrivo della reliquia di San Nilo da Grottaferrata accompagnata da P. Emiliano Fabbricatore, Esarca ordinario di Grottaferrata e portata in processione verso la Parrocchia 





La reliquia di San Nilo proveniente da Grottaferrata (RM)







Al termine della celebrazione abbiamo avuto l'onore di ascoltare il concerto diretto da Mons. Frisina e dal coro e orchestra da Lui diretto



martedì 14 settembre 2010

VIA CRUCIS VIVENTE ORGANIZZATA IN COLLABORAZIONE CON L'ASSOCIAZIONE "SOGNI E SPADE"


          
"Gesù ha pagato un prezzo così alto che per forza lo devo amare"

S. Messa presieduta dal Rev.mo Don Giuseppe Rosoni durante la quale è stata imposta l'unzione degli infermi



Al termine della S. Messa si è dato inizio alla rappresentazione della Via Crucis drammatizzata a cura del gruppo teatrale della Parrocchia di San Nilo e Santo Stefano  in collaborazione con l'Associazione "Sogni & Spade". (in fondo alla pagina trovate la slideshow delle foto)

Satana
Le Marie














Don Antonio e i figuranti

sabato 11 settembre 2010

APERTURA DEL GIUBILEO DI SAN NILO

"San Nilo è la lampada che illumina Serapo e riscalda i nostri cuori, così come ha fatto lui, possiamo fare anche noi"
                                                                                                                      F. B. D'Onorio
                                                                                               Arcivescovo della Diocesi di Gaeta


Al lavoro per le luminarie
Composizione liturgico-floreale. Ogni elemento ricorda l'ambiente desertico e medievale del tempo di Nilo
Apertura della porta e inizio della celebrazione giubilare
Omelia dell'Arcivescovo S.E. F.B.D'Onorio
Una luce nel deserto che in pochi vedono...

mercoledì 1 settembre 2010

APERTURA DEL MESE NILIANO - SETTEMBRE 2010

"LA PICCOLA SCINTILLA DI SAN NILO HA GENERATO UN GRANDE INCENDIO" 

Celebrare un evento centenario è sempre fertile occasione di arricchimento culturale: undici secoli fa, nel 910, a Rossano veniva alla luce san Nilo. L’XI centenario della nascita di questa grande personalità medievale, non deve indurci ad una semplice rivalutazione biografica, ma ad una costruttiva riscoperta dell’insegnamento di un santo, di un uomo di grande umiltà che cercò costantemente di illuminare gli spazi oscuri del suo tempo con la luce dell’annuncio del Vangelo.
   Per commemorare degnamente questo rilevante avvenimento centenario, la Parrocchia di San Nilo e Santo Stefano in Gaeta, supportata da annesso decreto arcivescovile, apre ufficialmente il Mese Niliano: questo mese di settembre 2010 si propone quindi di donare alla comunità parrocchiale, e a quanti vorranno partecipare alle numerose iniziative religiose e culturali previste, una scultura a tutto tondo del santo monaco Nilo.

La nostra comunità sente il dovere di rendere omaggio ad un santo che per ben dieci anni sostò, insieme ai suoi monaci, sul litorale gaetano di Serapo. Analizzare attentamente l’esperienza di vita e di santità di Nilo, significa allora scavare a fondo nella storia locale e scoprire che anche il rione di Serapo fu, in passato, teatro di significativi avvenimenti storici.
   È rilevante quindi capire che al fianco della Gaeta ducale e medievale, che ha dato alla città e alla diocesi il culto antico del santi patroni Erasmo e Marciano; e al fianco dell’antico borgo, devotamente legato ai santi medici Cosma e Damiano, esisteva ed esiste una terza Gaeta, quella attualmente rappresentata dai rioni di Serapo, della Catena e di Fontania. Nel lontano 994, questi lembi di territorio agricolo e sabbioso accolsero Nilo con i suoi monaci. Il suo bisogno di solitudine e di silenzio rigenerante lo condusse sul mare di Serapo, e qui Nilo rinvigorì il suo rapporto con Dio, riuscì a scandagliare la propria interiorità per ripulirla a immagine e somiglianza del Creatore.

Ma al fianco della tanto ricercata riflessione ascetica, Nilo perseguì costantemente un attivo impegno in ambito socio-politico. Ed anche a Gaeta quindi confermò il suo ideale di vita monastica, mirabilmente oscillante fra λέγειν καί πράττειν[1]: parole ed opere, riflessione e carità. E così, dopo aver incontrato le più alte cariche imperiali della Calabria bizantina e i regnanti di Capua, a Gaeta ricevette la visita del Duca Giovanni III e dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Ottone III.
  L’incontro con le autorità del mondo medievale, così come il gemellaggio profetico che Nilo instaurò con i benedettini di Montecassino, sono i tasselli di una propensione ecumenica ante litteram: in un mondo spaccato fra autorità imperiale d’Oriente e d’Occidente, il monachesimo di Nilo, così come tutto il resto del monachesimo italo-greco, proponeva una giusta ed equa risoluzione, una conciliazione fra i due mondi, una possibilità tangibile di convivenza fra culture diverse. San Nilo fu profeta dell’unità dei Cristiani.
   Particolarmente significativo fu l’incontro di Gaeta fra Nilo e Ottone III. La più alta carica politica del mondo medievale fece visita ad un monaco umile ed appartato: l’imperatore si spese in favore di un profondo ideale di restaurazione della propria autorità politica attraverso una serie di strategie che vanno sotto il nome di Renovatio imperii; in tale progetto Ottone III coinvolse proprio le maggiori personalità monastiche di tutta Europa, le quali, a suo parere, avrebbero potuto offrire spunti concreti di rinnovamento individuale e collettivo delle autorità politiche ed ecclesiali. Tramite la testimonianza monastica insomma, Ottone III cercava di rivalutare il nome del Sacro Romano Impero, proponendolo come istituzione continentale garante della stabilità e della pace dei popoli europei. Anche Nilo quindi, insieme a Gerberto d’Aurillac, Adalberto da Praga e Romualdo da Ravenna, contribuì fattivamente al progetto universalistico di rinnovamento spirituale e sociale dell’Europa medievale.

Il soggiorno gaetano inoltre, fu caratterizzato da una forte comunicabilità di Nilo con Roma. Lasciando la Calabria infatti, e dirigendosi verso nord, Nilo volle avvicinarsi il più possibile al centro della Cristianità per cercare di concorrere al rinnovamento e alla stabilizzazione del soglio di Pietro, continuamente travagliato dalle lotte per la successione. E proprio mentre si trovava a Serapo, il santo monaco si precipitò a Roma per cercare di sedare una di queste accese diatribe politico-religiose. Il Nilo che si precipita da Gaeta a Roma è il simbolo di un uomo che cerca di gridare al mondo l’attaccamento della sua religiosità italo-greca all’autorità pontificia: si tratta di un atto davvero eloquente per la storia della Chiesa.

La testimonianza di santità insita nel rione di Serapo, non si ferma al solo Nilo, ma si stende sull’altrettanto significativa esperienza dei suoi santi discepoli: innanzitutto santo Stefano di Rossano, primo discepolo di Nilo che nel 1001 morì e fu sepolto proprio a Gaeta; poi san Paolo Egumeno, guida spirituale della cerchia niliana; e infine san Bartolomeo, il quale, nel 997, professò i voti monastici nel monastero di Serapo[2]. Per dieci anni insomma, alle porte del Ducato di Gaeta, un gruppo di monaci dediti alla contemplazione diede lustro alle vicissitudini della Chiesa medievale e della nostra storia, lodando il Signore per intercessione della Vergine Odigitria. L’antico culto mariano di matrice bizantina lambì dunque anche le coste della nostra Gaeta: nella città di Maria è bello riscoprire una scintilla di spiritualità mariana che per dieci anni venne alimentata dai monaci di san Nilo.

In definitiva, la forte testimonianza monastica di Nilo inserisce questo santo nelle trame fitte ed eloquenti della gloriosa storia di Gaeta e del suo Ducato. Per questo possiamo a buon diritto nominare san Nilo “civis cajetanus”: cittadino gaetano che prescelse un posto tranquillo nel Ducato di Gaeta per trascorre gli ultimi suoi anni, gli anni decisivi, gli anni che avrebbero dato ai suoi discepoli direttive monastiche fondamentali per la crescita futura della comunità.
   Gli Acta sactorum testimoniano la volontà delle prime comunità cristiane di fregiare la loro esperienza religiosa con nomi di santi locali. Gaeta quindi non può che gioire nel vedere rivalutato un santo che con la sua presenza nel nostro territorio arricchisce il già prezioso martirologio gaetano.
   Alla luce di tali considerazioni storiche, culturali ed agiografiche, è opportuno dichiarare che se la nostra città trascurasse san Nilo, dimenticherebbe “una parte di sé, della propria storia, delle radici della propria memoria[3]. È doveroso terminare questa introduzione al Mese Niliano con un aforisma attribuito a san NIlo: “Non basta gridare contro le tenebre, bisogna accendere una luce”; lasciamo dunque che l’insegnamento di san Nilo continui a comunicare sublimi messaggi di salvezza. Di fronte alle tenebre che affliggono il nostro tempo, impariamo a “riaccendere la luce di S. Nilo […] nel convincimento che «parva scintilla magnum excitavit incendium»[4], la piccola scintilla di Nilo ha generato un grande incendio. Ognuno di noi, nella contemporaneità, è chiamato a tenere vivo questo incendio derivante dalla parola di Dio annunciata da Nilo nella nostra Gaeta.

  
          di Dott. Giuseppe Montagna





[1] G. Sapia, Λέγειν καί πράττειν – Prolusione, in Atti del Congresso Internazionale su S. Nilo di Rossano, Rossano-Grottaferrata 1989, pp. 1-13
[2] L. Tardo, San Bartolomeo il Rossanese 980-1055, Studio Zeta, 1966
[3] C. Santoro, S. Nilo e Rossano - «Rivisitando» le pagine del Bios, in Atti del Congresso…, cit., pp. 153-154
[4] V. Filice, Un salto all’indietro di 110 anni. La figura di San Nilo da Rossano nella Calabria Bizantina: “parva favilla magnum excitavit incendium”; fonte telematica dell’Istituto per gli Studi Storici di Cosenza (www.studistoricicosenza.it)

Ingresso dell'Icona della Discesa agli Inferi (Anastasis) - foto di G. Palmieri

Benedizione dell'Icona della Discesa agli Inferi (Anastasis) - foto di G. Palmieri








Concettualmente ritenuta come una variante dell’Anastasis bizantina, l’icona della Discesa agli Inferi dipinta dall’Atelier Iconografico del Monastero di Bose rappresenta il momento del risollevamento, la Risurrezione, da noi proposta secondo un modello figurativo semplificato rispetto al tipo tradizionale bizantino.
   Gesù, affronta il suo ultimo stato “sulla via dell’umiliazione”, con in mano la pergamena del giudizio delle anime che condurrà a risorgere. Afferra il braccio del vegliardo Adamo per condurlo con sé tra i cieli, accompagnato dalla speranzosa e commossa Eva. Dalla nera voragine, un abisso spalancato, il Cristo emerge scardinando le catene e il lucchetto delle porte degli Inferi, spezza le catene poggiandosi al di sopra dei legni sovrapposti a ricordo della Croce, incarnando quanto leggiamo nella prima Lettera di Pietro: “Cristo in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione".
   Cristo vestito di bianco, riluce glorificato e glorificante agli stupiti progenitori, poichè: “L’incontro tra la mano di Dio e la mano dell’uomo, è dunque il gesto della misericordia e del perdono, l’unica forza che salva, quel gesto che raggiunge, a partire da Adamo ed Eva, ogni uomo”. In quel gesto troviamo la massima misericordia del Dio Trinitario nei confronti del primo uomo e della prima donna che includono in se stessi l’umanità intera, esiliati nell’oscurità come segno di lontananza da Dio e da lui stesso ricondotti alla luce per mezzo del Figlio. In tale profondità assoluta colui che è disceso agli inferi risana la natura umana dalla morte e la riporta in vita.
   Nel braccio superiore dell'icona è dipinta la bianca colomba dello Spirito Santo che scende in volo verso Gesù. Nel corrispettivo inferiore l’iscrizione Descendit ad Inferos, tertia die resurrexit [Discese agli Inferi, il terzo giorno risuscitò]. La natura arida è portavoce simbolica della condizione peccatrice umana, che sarà resa nuovamente feconda nella vita celeste, nel mistero di una comunione con Gesù Risorto. Il Trionfante si manifesta col nimbo crociato alla maniera bizantina classica, recando, come nella forma pantocratica sul portale della chiesa, le lettere omicron omega e ni, Io sono colui che sono, piena manifestazione del Padre nel Figlio poiché come ci insegna Padre Alberto Piovano: “Non ci sono inferi che l’uomo sperimenta, in cui non possa abitare la potenza del Risorto. Essa ci prefigura ciò che è accaduto e accadrà poiché: ieri sono stato sepolto con te, o Cristo, oggi risorgo con te che risorgi”. 
                                                            estratto dal libro "San Nilo Abate. Civis Cajetanus"


PREGHIERA DINANZI ALL'ICONA



Svegliati, tu che dormi (Ef 5, 14)!

Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero degli inferi.

Risorgi dai morti ! Io sono la via dei morti.

Risorgi, opera delle mie mani, mia icona, fatta a mia immagine!

Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te, siamo infatti un'unica e indivisa 

natura.

Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio.

Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo.

Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra.

Per te, uomo, ho condiviso la debolezza umana,

ma poi sono diventato libero tra i morti.
San Nilo e il gioiello donato in occasione dell'XI centenario della nascita